due o tre cose che so di me

identita-liquida

come sono arrivata qui

katia-donato
katia donato, nel 2019 ho compiuto 50 anni, per il momento vivo a Torino

(non mi piacciono le foto quando il soggetto sono io – ma dicono che su internet bisogna metterci la faccia)

  • mi sono laureata in Architettura con una tesi che era un progetto “anomalo”, costruita come un sito internet in cui analizzavo e mettevo a confronto le abitazioni che nove grandi architetti hanno progettato per sé stessi;
  • per oltre un decennio ho gestito tutta la comunicazione di un franchising di servizi assicurativi: è stata una palestra interessante e molto movimentata in cui ho esercitato diverse discipline, dalla grafica al copywriting alla gestione dei contenuti per il web, con frequenti puntate nella realizzazione di eventi e nel mondo delle pubbliche relazioni;
  • nello stesso periodo ho preso confidenza col web, ho iniziato ad usare WordPress e poi a frequentare i social network;
  • nel 2012 ho vinto il premio per la categoria “Design” al concorso DONNAèWEB con un sito internet che purtroppo non è più on line;
  • sono stata responsabile del reparto grafico e della gestione del piano editoriale per una casa editrice di pubblicazioni a tema giuridico-economico, e successivamente social media manager per un’agenzia di comunicazione specializzata nel settore dell’architettura e dell’edilizia;
  • dal 2016 lavoro in proprio come consulente di comunicazione;
  • nel 2019 ho fatto parte del gruppo di volontari che ha organizzato il WordCamp Torino.

frammenti d’identità

Amo i link: mi piace costruire collegamenti e innescare corto circuiti fra le persone, le idee e i contenuti. Mi piacciono le associazioni d’idee, soprattutto se sono inconsuete. 

Mi piace ascoltare e mi piace guardare, e talvolta mi ci perdo.

Amo la semplicità ma non le semplificazioni; credo che “complesso” sia un valore e “complicato” sia un difetto.

Mi piacciono le classificazioni e le borse con molte tasche, mi piace ragionare sugli opposti, mi piace l’equilibrio tra pieno e vuoto quando la bilancia pende a favore del vuoto, mi piace il ritmo quando il suono si riflette nel silenzio. Mi piacciono i colori, quasi tutti. Mi piacciono le parole, mi piace giocarci e però le considero sacre. Mi piace la leggerezza, mi piace l’ironia.

E però non mi piacciono le gabbie dei generi, odio le etichette (e cerco sempre di staccarle da barattoli e flaconi), ho imparato a diffidare della coerenza (che da giovane ritenevo un valore assoluto), detesto chi non si mette in discussione. Non sopporto la superficialità, la menzogna, la cattiveria.

Non so mentire, non sono brava a vendermi, sono poco diplomatica (e accetto con gratitudine consigli al riguardo).

Il mio punto di forza è l’empatia, e il mio punto debole è l’empatia*.

(* N.B. posso dimostrare di aver scelto questo termine qualche anno prima che diventasse una brutta parola: sono attualmente in cerca di un sinonimo)

faccio cose